ToToRo
2004-05-09 18:48:51 UTC
La triste storia di un piccolo storno
(e quella di un incompetente con profondi sensi di colpa)
Desideravo da molti anni avere un piccolo storno da allevare.
In questi ultimi mesi ho chiesto a persone, amici, cacciatori dove
acquistarne uno o dove poterlo trovare. Nessuno è riuscito a darmi
indicazioni precise tranne quella di guardare sui tetti e cercare fra tegole
rotte gronde.
Fortuna volle che sul tetto del mio vicino una coppia di storni fece il nido
sotto una tegola rotta.
La notai per caso qualche settimana fa, attratto dal pigolio che proveniva
ogni qual volta mamma e papà storno si infilavano sotto la tegola portando
in pasto ai piccoli insetti e vermi per poi ripartire con in boccale le
deiezioni dei piccoli che scaricavano come bombe sul tetto o nel giardino
qualche metro dopo essersi rimessi in volo.
In me cresceva l'ansia di potermi avvicinare il nido, di osservare i
nidacei e magari di poterne prendere uno, ma il buon senso mi suggeriva di
lasciar fare alla natura il suo corso.
Ieri, sabato, avevo approfittato della giornata di sole, dopo una settimana
carica di nuvole e di pioggia, per far sgranchiere la ali ai miei colombi,
per fargli fare un buon bagno d'acqua e di sole ed un po' di igiene
personale.
Mentre pranzavo, avevo visto (e la cosa mi aveva molto insospettito) ben tre
gatti passare dinnanzi alla finestra della cucina che da sul giardino. Ben
due volte mi ero alzato da tavola per farli scappare perchè l'anno scorso
mi avevano catturato ed ucciso uno dei miei maschi di colombo bianco (un
adulto di colombo è un uccello piuttosto grosso eppure i 'gattacci' dei miei
vicini trovano attraenti anche questi grossi volatili) e più volte li avevo
visti gironzolare attorno alla voliera onascondersi per tendere un agguato
agli sfortunati volatili.
A fine pranzo esco in giardino, controllo che le due femmine di colombe sul
tetto siano ancora li e che i due maschi in cova nelle rispettive cassette
della voliera stiano bene. Lancio anche uno sguardo alla tegola rotta che
nascondeva il nido. Non vedo più mamma e papà storno portare del cibo e non
sento più i richiami dei piccoli.
Giovedi e venerdi il tempo era stato molto brutto, aveva piovuto in
continuazione e la temperatura si era molto abbassata. Pensavo che ormai i
piccoli storni fossero morti di freddo o annegati.
Peccato, oggi è una giornata meravigliosa ed il sole ha ricominciato a
scaldare l'aria ed i tetti.
Sento poi dei richiami di storni provenire dal grosso albero di pino poco
distante dal tetto e con grande sorpresa noto un piccolo in difficoltà che
tenta di risalire sulla cima balzando di ramo in ramo.
Sul tetto di un piccolo condominio vicino noto un altro piccolo richiamare
l'attenzione, quest'ultimo sembra abbia già capito come si vola. Gli altri
piccoli saranno altrove, oppure la covata era di due soli storni!
Preoccupato per la sorte del primo, rientro in casa, prendo la piccola
gabbia che uso per il trasporto dei miei colombi bianchi e torno sotto
l'albero che è nel mio giradino, gurado in su e cerco di capire dove si sia
cacciato il piccolo. Come sospettavo, il piccolo non è più sui rami, lo
trovo per terra che piange e tenta di richiamare l'attenzione dei genitori.
Sul fondo del giardino vedo un gatto nascondo nella siepe che già punta la
propria preda.
Non ci penso due volte, metto alle strette il piccolo, lo prendo e lo metto
al sicuro in gabbia. Nel frattmepo le due femmine di colombo erano rientrate
in voliera (al pomeriggio i maschie e le femmine si danno il cambio per la
cova), prendo la gabbietta con lo storno e la metto dentro la voliera.
Il piccolo strilla, non so cosa fare, provo ad aprire la gabbietta e vedo se
almeno riesce a fare un pochino di volo.
Niente, ha già tutte le piume, ma la muscolatura e le piume non sono ancora
abbastanza sviluppate.
Esco dalla voliera e vado in un negozio di pesca, compro un po' di vermi di
terra (lombrichi) ed un po' di vermi della farina. Mi dicono che forse
possono andar bene.
Ritorno e mi do da fare.
Provo ad imboccare il piccolo, niente da fare! Tenta di ingoiare ma forse le
mie dita sono un po' grosse e non riesce ad afferrare bene i vermi. Mi aiuto
con le dita, gli apro quel bellissimo becco giallo e gli infilo un pezzo di
verme nel becco. Il piccolo deglutisce!
Sono felicissimo.
Continuo così per un po' e poi mi fermo. Tengo il piccolo storno sulla mano.
Il grosso becco giallo e quei luminosi occhini neri mi commuovono! Penso di
capire cosa provino mamma e papà storno ogni qual volta i piccoli spalancano
il loro enorme becco giallo e con i loro 'pigolii' richiamo l'attenzione dei
genitori.
Gioco un po' con il piccolo, mi sale lungo la mano e si mette sulle spalle,
poi sale fin sopra la testa!
Che bello! Era proprio quello che desideravo! Decido di tenerlo.
Preparo un piccolo cesto per lo stornello. Lo imbottisco con un po' di carta
assorbente, ci sistemo il piccolo.
Gli do ancora una volta da mangiare prima che faccia buio poi copro il
cestino un coperchio di vimini e rientro in casa.
Cerso su internet, nei siti inglesi perchè su quelli italiani non trovo
nulla, come allevare piccoli storni e scopro di aver commesso una serie di
errori.
I piccoli non andrebero toccati e maneggiati, ma bisognerebbe rimetterli sul
tetto dove c'è il nido (che stupido, potevo pensarci prima!!).
Ai piccoli non bisognerebbe dare vermi di terra o altri vermi perchè possono
essere veicolo di infezioni e di germi.
I piccoli che troviamo in difficoltà sono quasi sempre disidratati. Non
bisogna dar da bere normalmente ma inserire piccoli pezzi di pane o
mischiare il cibo con dell'acqua.
Controllo meglio sul sito: riportano anche come dovrebbero essere le
deiezioni se l'alimentazione è corretta. Le confronto a memoria con quelle
del piccolo che ho appena trovato. Almeno quelle sembrano essere a posto.
Mi tranquillizzo. Vado a dormire.
La mattina dopo mi sveglio alle sette e corro subito a controllare come sta
il piccolo nella voliera.
Lo prendo in mano. E' visibilmente infreddolito. Lo scaldo tra le mani
mentre continuo a darmi dello stupido.
I miei piccioni hanno le penne ben sviluppate ed i piccoli sono scaldati da
mamma e papà per un bel po' di settimane, me questo piccolo storno ha dovuto
patire un bel po' di freddo perchè sebbene avesse già tutte le piume, il suo
piumaggio non era ancora ben sviluppato e poi quella era la sua prima notte
fuori dal nido, dalla compagnia e dal calore dei sui fratelli!
Il piccolo si riprende presto, gli do un po' piccoli lombrichi e larve della
farina.
Adesso sembra ritornato molto allegro, si sistema le penne, gioca sulla
mano, fa i suoi bisogni e si mette a guardarmi.
Decicd si sistemarlo in un luogo più caldo e ben soleggiato.
Mi sento molto sollevato.
Esco un paio d'ore e quando rientro gli ridò da mangiare. Il piccolo è
'terribilmente' grazioso, ogni qual volta mi guarda e si sistema le penne
provo una gran gioia. Vorrei poter star con lui ancora un po' ma alle undici
devo uscire per un pranzo in famiglia programmato da settimane.
Sono molto ansioso, vorrei poter fare il prima possibile ma le cose vanno
per le lunghe.
Rientro in casa alle sei di pomeriggio.
Corro subito alla gabbietta del mio piccolo amico.
Lo trovo rigido, disteso su un fianco, lo prendo subito in mano. E' freddo.
Incomincio a piangere mentre mi dico: "sei un bastardo!" "Sei un assassino!"
"Vedi, volevi tanto uno storno e non sei riscuto a farlo sopravvivere più di
un giorno".
Continuo a piangere. MI si avvicina il cane, lo accarezzo e poi gli ordino
di allontanarrsi. Vado alla voliera, prendo in mano le colombe e accarezzo
le loro bianchissime piume sperando di trovare un po' di sollievo ma invano.
Prendo i lombrichi ed i vermi. li spargo tra l'erba del giardino. Così
almeno i merli, gli storni e gli altri uccelli insettivori in libertà oggi
potranno far festa!
Ritorno in casa, vado in camera e mi metto sul letto a pensare sulla mia
incompetenza, insensibilità, sul maledetto pranzo di famiglia. Sulle code
fatte per tornare a casa, per trovare poi, una volta a casa, un piccolo
amico morto per causa mia.
Sono veramente abbattuto, mi cadono ancora un po' di lacrime. Penso a quanto
ha sofferto per causa mia, penso che è morto per causa mia.
Se l'avessi rimesso sull'albero il gatto forse non l'avrebbe raggiunto. Se
fossi riuscito a rimetterlo sul tetto del vicino avrebbe forse potuto
crescere, imparare a volare, osservare le cose dall'alto e guardami mentre
in giardino osservo le mie colombe, i merli, i cardellini ed i fringuelli
mangiare sul muretto dove abitualmente metto un po' di semi.
Mi sento uno stronzo, un deficiente. Io, che avevo tanto desiderato uno
storno!
L'avevo ricevuto in affido il giorno prima. Non era certo un caso il fatto
che fossi riuscito a salvarlo dai gatti dei vicini. Il sesto senso o forse
Qualcuno aveva voluto che lo trovassi per fare con una sola mossa due doni:
uno a me me che lo desideravo tanto, ed uno al piccolo storno che avrebbe
potuto e dovuto vivere una vita con una persona che rispetta ed ama gli
animali, specie i piccoli volatili.
Ora, vorrei tanto aver qui, accanto a me, quel piccolo storno che mi
guardava con i suoi occhi curiosi, che mi sollecitava spalancando il becco
giallo, che mi divertiva e mi riempiva di gioia!
Sono veramente dispiaciuto, non so cosa fare. Ci penso un po' su e poi
decido di scrivere questa storia perchè qualcuno non ripeta i miei errori e
per altri tre motivi:
- mi sento davvero in colpa e cerco qualcuno che possa darmi un po' di
conforto e che possa liberarmi dal profondo senso di colpa che mi attanaglia
magari raccondandomi di qualche esperienza andata a buon fine con dei
piccoli volatili;
- non tenete con voi e non prendete piccoli uccelli selvatici. Se davvero vi
piacciono i volatili prendetevi animali più facili da allevare come colombe,
canarini, ed altri animali più comuni. Concedetegli un' esistenza serena,
fateli volare almeno un paio di volte la settimana, e per qualche ora fuori
dalla gabbia e dalla voliera;
- se avete dei gatti, per favore, in questo periodo teneteli in casa. Sono
una minaccia per piccoli di storni, passeri e merli. Se amate gli animali,
questo sacrificio potrà salvare la vità a molti piccoli volatili. Potrete
allora vederli volare sopra le vostre teste, cibarsi nel vostro giardino. E
mentre voi li osservate pensate che anche loro vi osservano dall'alto. E non
abbiate invidia se loro possono volare mentre noi dobbiamo osservarli dal
basso con i piedi per terra. Qualcuno ha voluto che fosse così.
Pur essendo credente e cristiano mi dico sempre: se mai dovessi
reincarnarmi, vorrei tanto poter rinascere con delle ali, per poter gustare
la libertà del volo, per poter vedere il mondo dall'alto, per poter cantare
la mia gioia e rallegrare con il mio canto ed il mio volo l'animo di che
ancora si sa emozionare ogni volta che vede queste creature vivere la
propria vita in libertà.
Francesco
(domenica 9 maggio 2004)
(e quella di un incompetente con profondi sensi di colpa)
Desideravo da molti anni avere un piccolo storno da allevare.
In questi ultimi mesi ho chiesto a persone, amici, cacciatori dove
acquistarne uno o dove poterlo trovare. Nessuno è riuscito a darmi
indicazioni precise tranne quella di guardare sui tetti e cercare fra tegole
rotte gronde.
Fortuna volle che sul tetto del mio vicino una coppia di storni fece il nido
sotto una tegola rotta.
La notai per caso qualche settimana fa, attratto dal pigolio che proveniva
ogni qual volta mamma e papà storno si infilavano sotto la tegola portando
in pasto ai piccoli insetti e vermi per poi ripartire con in boccale le
deiezioni dei piccoli che scaricavano come bombe sul tetto o nel giardino
qualche metro dopo essersi rimessi in volo.
In me cresceva l'ansia di potermi avvicinare il nido, di osservare i
nidacei e magari di poterne prendere uno, ma il buon senso mi suggeriva di
lasciar fare alla natura il suo corso.
Ieri, sabato, avevo approfittato della giornata di sole, dopo una settimana
carica di nuvole e di pioggia, per far sgranchiere la ali ai miei colombi,
per fargli fare un buon bagno d'acqua e di sole ed un po' di igiene
personale.
Mentre pranzavo, avevo visto (e la cosa mi aveva molto insospettito) ben tre
gatti passare dinnanzi alla finestra della cucina che da sul giardino. Ben
due volte mi ero alzato da tavola per farli scappare perchè l'anno scorso
mi avevano catturato ed ucciso uno dei miei maschi di colombo bianco (un
adulto di colombo è un uccello piuttosto grosso eppure i 'gattacci' dei miei
vicini trovano attraenti anche questi grossi volatili) e più volte li avevo
visti gironzolare attorno alla voliera onascondersi per tendere un agguato
agli sfortunati volatili.
A fine pranzo esco in giardino, controllo che le due femmine di colombe sul
tetto siano ancora li e che i due maschi in cova nelle rispettive cassette
della voliera stiano bene. Lancio anche uno sguardo alla tegola rotta che
nascondeva il nido. Non vedo più mamma e papà storno portare del cibo e non
sento più i richiami dei piccoli.
Giovedi e venerdi il tempo era stato molto brutto, aveva piovuto in
continuazione e la temperatura si era molto abbassata. Pensavo che ormai i
piccoli storni fossero morti di freddo o annegati.
Peccato, oggi è una giornata meravigliosa ed il sole ha ricominciato a
scaldare l'aria ed i tetti.
Sento poi dei richiami di storni provenire dal grosso albero di pino poco
distante dal tetto e con grande sorpresa noto un piccolo in difficoltà che
tenta di risalire sulla cima balzando di ramo in ramo.
Sul tetto di un piccolo condominio vicino noto un altro piccolo richiamare
l'attenzione, quest'ultimo sembra abbia già capito come si vola. Gli altri
piccoli saranno altrove, oppure la covata era di due soli storni!
Preoccupato per la sorte del primo, rientro in casa, prendo la piccola
gabbia che uso per il trasporto dei miei colombi bianchi e torno sotto
l'albero che è nel mio giradino, gurado in su e cerco di capire dove si sia
cacciato il piccolo. Come sospettavo, il piccolo non è più sui rami, lo
trovo per terra che piange e tenta di richiamare l'attenzione dei genitori.
Sul fondo del giardino vedo un gatto nascondo nella siepe che già punta la
propria preda.
Non ci penso due volte, metto alle strette il piccolo, lo prendo e lo metto
al sicuro in gabbia. Nel frattmepo le due femmine di colombo erano rientrate
in voliera (al pomeriggio i maschie e le femmine si danno il cambio per la
cova), prendo la gabbietta con lo storno e la metto dentro la voliera.
Il piccolo strilla, non so cosa fare, provo ad aprire la gabbietta e vedo se
almeno riesce a fare un pochino di volo.
Niente, ha già tutte le piume, ma la muscolatura e le piume non sono ancora
abbastanza sviluppate.
Esco dalla voliera e vado in un negozio di pesca, compro un po' di vermi di
terra (lombrichi) ed un po' di vermi della farina. Mi dicono che forse
possono andar bene.
Ritorno e mi do da fare.
Provo ad imboccare il piccolo, niente da fare! Tenta di ingoiare ma forse le
mie dita sono un po' grosse e non riesce ad afferrare bene i vermi. Mi aiuto
con le dita, gli apro quel bellissimo becco giallo e gli infilo un pezzo di
verme nel becco. Il piccolo deglutisce!
Sono felicissimo.
Continuo così per un po' e poi mi fermo. Tengo il piccolo storno sulla mano.
Il grosso becco giallo e quei luminosi occhini neri mi commuovono! Penso di
capire cosa provino mamma e papà storno ogni qual volta i piccoli spalancano
il loro enorme becco giallo e con i loro 'pigolii' richiamo l'attenzione dei
genitori.
Gioco un po' con il piccolo, mi sale lungo la mano e si mette sulle spalle,
poi sale fin sopra la testa!
Che bello! Era proprio quello che desideravo! Decido di tenerlo.
Preparo un piccolo cesto per lo stornello. Lo imbottisco con un po' di carta
assorbente, ci sistemo il piccolo.
Gli do ancora una volta da mangiare prima che faccia buio poi copro il
cestino un coperchio di vimini e rientro in casa.
Cerso su internet, nei siti inglesi perchè su quelli italiani non trovo
nulla, come allevare piccoli storni e scopro di aver commesso una serie di
errori.
I piccoli non andrebero toccati e maneggiati, ma bisognerebbe rimetterli sul
tetto dove c'è il nido (che stupido, potevo pensarci prima!!).
Ai piccoli non bisognerebbe dare vermi di terra o altri vermi perchè possono
essere veicolo di infezioni e di germi.
I piccoli che troviamo in difficoltà sono quasi sempre disidratati. Non
bisogna dar da bere normalmente ma inserire piccoli pezzi di pane o
mischiare il cibo con dell'acqua.
Controllo meglio sul sito: riportano anche come dovrebbero essere le
deiezioni se l'alimentazione è corretta. Le confronto a memoria con quelle
del piccolo che ho appena trovato. Almeno quelle sembrano essere a posto.
Mi tranquillizzo. Vado a dormire.
La mattina dopo mi sveglio alle sette e corro subito a controllare come sta
il piccolo nella voliera.
Lo prendo in mano. E' visibilmente infreddolito. Lo scaldo tra le mani
mentre continuo a darmi dello stupido.
I miei piccioni hanno le penne ben sviluppate ed i piccoli sono scaldati da
mamma e papà per un bel po' di settimane, me questo piccolo storno ha dovuto
patire un bel po' di freddo perchè sebbene avesse già tutte le piume, il suo
piumaggio non era ancora ben sviluppato e poi quella era la sua prima notte
fuori dal nido, dalla compagnia e dal calore dei sui fratelli!
Il piccolo si riprende presto, gli do un po' piccoli lombrichi e larve della
farina.
Adesso sembra ritornato molto allegro, si sistema le penne, gioca sulla
mano, fa i suoi bisogni e si mette a guardarmi.
Decicd si sistemarlo in un luogo più caldo e ben soleggiato.
Mi sento molto sollevato.
Esco un paio d'ore e quando rientro gli ridò da mangiare. Il piccolo è
'terribilmente' grazioso, ogni qual volta mi guarda e si sistema le penne
provo una gran gioia. Vorrei poter star con lui ancora un po' ma alle undici
devo uscire per un pranzo in famiglia programmato da settimane.
Sono molto ansioso, vorrei poter fare il prima possibile ma le cose vanno
per le lunghe.
Rientro in casa alle sei di pomeriggio.
Corro subito alla gabbietta del mio piccolo amico.
Lo trovo rigido, disteso su un fianco, lo prendo subito in mano. E' freddo.
Incomincio a piangere mentre mi dico: "sei un bastardo!" "Sei un assassino!"
"Vedi, volevi tanto uno storno e non sei riscuto a farlo sopravvivere più di
un giorno".
Continuo a piangere. MI si avvicina il cane, lo accarezzo e poi gli ordino
di allontanarrsi. Vado alla voliera, prendo in mano le colombe e accarezzo
le loro bianchissime piume sperando di trovare un po' di sollievo ma invano.
Prendo i lombrichi ed i vermi. li spargo tra l'erba del giardino. Così
almeno i merli, gli storni e gli altri uccelli insettivori in libertà oggi
potranno far festa!
Ritorno in casa, vado in camera e mi metto sul letto a pensare sulla mia
incompetenza, insensibilità, sul maledetto pranzo di famiglia. Sulle code
fatte per tornare a casa, per trovare poi, una volta a casa, un piccolo
amico morto per causa mia.
Sono veramente abbattuto, mi cadono ancora un po' di lacrime. Penso a quanto
ha sofferto per causa mia, penso che è morto per causa mia.
Se l'avessi rimesso sull'albero il gatto forse non l'avrebbe raggiunto. Se
fossi riuscito a rimetterlo sul tetto del vicino avrebbe forse potuto
crescere, imparare a volare, osservare le cose dall'alto e guardami mentre
in giardino osservo le mie colombe, i merli, i cardellini ed i fringuelli
mangiare sul muretto dove abitualmente metto un po' di semi.
Mi sento uno stronzo, un deficiente. Io, che avevo tanto desiderato uno
storno!
L'avevo ricevuto in affido il giorno prima. Non era certo un caso il fatto
che fossi riuscito a salvarlo dai gatti dei vicini. Il sesto senso o forse
Qualcuno aveva voluto che lo trovassi per fare con una sola mossa due doni:
uno a me me che lo desideravo tanto, ed uno al piccolo storno che avrebbe
potuto e dovuto vivere una vita con una persona che rispetta ed ama gli
animali, specie i piccoli volatili.
Ora, vorrei tanto aver qui, accanto a me, quel piccolo storno che mi
guardava con i suoi occhi curiosi, che mi sollecitava spalancando il becco
giallo, che mi divertiva e mi riempiva di gioia!
Sono veramente dispiaciuto, non so cosa fare. Ci penso un po' su e poi
decido di scrivere questa storia perchè qualcuno non ripeta i miei errori e
per altri tre motivi:
- mi sento davvero in colpa e cerco qualcuno che possa darmi un po' di
conforto e che possa liberarmi dal profondo senso di colpa che mi attanaglia
magari raccondandomi di qualche esperienza andata a buon fine con dei
piccoli volatili;
- non tenete con voi e non prendete piccoli uccelli selvatici. Se davvero vi
piacciono i volatili prendetevi animali più facili da allevare come colombe,
canarini, ed altri animali più comuni. Concedetegli un' esistenza serena,
fateli volare almeno un paio di volte la settimana, e per qualche ora fuori
dalla gabbia e dalla voliera;
- se avete dei gatti, per favore, in questo periodo teneteli in casa. Sono
una minaccia per piccoli di storni, passeri e merli. Se amate gli animali,
questo sacrificio potrà salvare la vità a molti piccoli volatili. Potrete
allora vederli volare sopra le vostre teste, cibarsi nel vostro giardino. E
mentre voi li osservate pensate che anche loro vi osservano dall'alto. E non
abbiate invidia se loro possono volare mentre noi dobbiamo osservarli dal
basso con i piedi per terra. Qualcuno ha voluto che fosse così.
Pur essendo credente e cristiano mi dico sempre: se mai dovessi
reincarnarmi, vorrei tanto poter rinascere con delle ali, per poter gustare
la libertà del volo, per poter vedere il mondo dall'alto, per poter cantare
la mia gioia e rallegrare con il mio canto ed il mio volo l'animo di che
ancora si sa emozionare ogni volta che vede queste creature vivere la
propria vita in libertà.
Francesco
(domenica 9 maggio 2004)