Veterinario Inkazzato
22 anni fa
Da: Ateneonline-Aol - http://www.ateneonline-aol.it/030521alca2AP.html
Articolo di Alessia Cannizzaro del 21 Maggio 2003
I futuri medici veterinari avranno una marcia in più
Anche a Palermo verrà istituito il corso di laurea in Medicina veterinaria
e sarà attivato nell'anno accademico 2004-2005. Si tratta di un corso
interfacoltà che coinvolge Medicina, Scienze e Agraria. Sarà aperto a 40
studenti che seguiranno un percorso formativo quinquennale diverso da
quello tradizionale
“La Sicilia ha il numero di riserve naturali più alto in tutta
Italia, ma c’è un altro primato che contraddistingue la nostra
regione: il numero dei veterinari è però più basso di quelli presenti
nelle sole provincie di Milano e Torino - afferma il professore Giacomo De
Leo, direttore del dipartimento di Biopatologie e metodologie biomediche e
preside vicario della facoltà di Medicina e chirurgia”. Per questo
motivo la Facoltà ha proposto l’attivazione di un corso di laurea
quinquennale a ciclo unico in Medicina veterinaria.
“Il capoluogo siciliano - aggiunge - è la sede di due importanti
strutture veterinarie italiane con riconoscimento internazionale:
l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Sicilia e
l’Istituto zootecnico regionale. Questo, unito alla naturale
vocazione zootecnica e alla presenza di altre strutture, come quelle per
l’acquacultura, fa della Sicilia una terra in cui la figura del
veterinario è addirittura essenziale”.
La facoltà ha raccolto la richiesta dell’Ordine dei medici
veterinari della provincia di Palermo, ha fatto propria una richiesta del
’96 dell’Ateneo palermitano che, in accordo con alcuni
esponenti del mondo politico, aveva ipotizzato un protocollo
d’intesa per l’istituzione del corso di laurea. La Facoltà ha
in seguito deciso di coinvolgere nel progetto anche Scienze matematiche,
fisiche e naturali e Agraria. “Si tratta, infatti, di un corso di
laurea - spiega - incardinato a Medicina, ma che in realtà è trasversale e
coinvolge in maniera organica le tre facoltà”. Il numero programmato
prevede l’iscrizione di 40 studenti che seguiranno un percorso
formativo diverso da quello tradizionale. “Il medico veterinario -
aggiunge - non deve essere considerato come colui che cura solo gli
animali, ma si tratta di una figura sanitaria che si occupa delle
patologie veterinarie e di tutte le problematiche connesse, come gli
alimenti di origine animale e le patologie affini”.
L’obiettivo è quello di permettere al laureato in Medicina
veterinaria di poter interagire con l’uomo. Durante il corso di
studi, inoltre, è prevista la possibilità di far seguire agli studenti dei
percorsi formativi differenti. Gli atenei, infatti, hanno
l’autonomia per offrire diversi curricula in grado di soddisfare le
richieste dello studente.
Per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi, il conseguimento della laurea
permette l’inserimento nelle strutture e nelle aziende sanitarie
nazionali e locali, nelle strutture aeroportuali e portuali, nei parchi e
nelle strutture in cui si effettua l’acquacultura. A seguito del
trend zootecnico per motivi turistici, il medico veterinario può trovare
lavoro anche in tutti quei luoghi (come ad esempio le riserve naturali e
le zone protette) divenuti mete ad alta densità turistica, in cui la
tutela della fauna è di vitale importanza.
Ogni anno, a Messina (che fino a poco tempo fa era l’unico ateneo
siciliano ad avere un corso di laurea in medicina veterinaria), i test di
ingresso escludevano in media circa 250 studenti che, nella maggior parte
dei casi, lasciavano la Sicilia per iscriversi in uno dei 13 corsi di
laurea in Medicina veterinaria d’Italia. Una fuga di cervelli che
potrebbe essere fermata con l’attivazione del corso anche a Palermo.
“Per correttezza - conclude - abbiamo previsto l’attivazione,
per l'anno accademico 2004-2005, del primo anno, e non di quelli
successivi, per evitare che gli studenti, già iscritti in altri atenei,
lascino i corsi che stanno seguendo per ritornare in Sicilia”.
Purtroppo non ho ancora avuto l’onore conoscere il dott. Giacomo De
Leo, spero di farlo presto non appena verrà istituito un comitato contro
la decisione, molto contraddittoria rispetto al senso dell’apertura
a Palermo della nuova facoltà, di attivare soltanto il primo anno di
corso. Se si parla di fuga di cervelli, perché i cervelli che già sono in
fuga devono continuare a fuggire? Se in Sicilia non esistono
tutt’ora facoltà di Med Veterinaria (Messina è per metà Siciliana e
metà Calabrese) perché non incentivarle con studenti che hanno già
affrontato una gavetta in altri atenei? Se il problema è quello di fare
uno sgarbo alle altre facoltà non credo proprio che ci possano essere
problemi tali da stravolgere corsi di laurea preesistenti, visto
soprattutto che in tutta Italia Medicina Veterinaria è a numero chiuso da
tantissimo tempo. Considerando poi che Palermo richiamerebbe solo le
provincie di Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta non capisco
proprio la preoccupazione del Dott. Di Leo. Siamo realisti, uno studente
che da Trapani vuole realizzare il proprio sogno di diventare Medico
Veterinario oggi come oggi deve necessariamente mettersi il cuore in pace
e abitare almeno a 400 km da casa, viaggiare per almeno sei ore ad andare
e altrettante a venire, pagare somme eccessive per vivere e mangiare. Se
ci mettiamo pure la facoltà proibita, quella da cui ci si passa
d’avanti nel lungo viaggio in autobus che ti porta
dall’estremo occidente all’estremo oriente dell’isola e
che a malincuore uno non può godersi perché, povero lui, non è di classe
’85, allora si che studiare diventa un grande piacere per il futuro
della propria vita!!!
A voi il giudizio.
Articolo di Alessia Cannizzaro del 21 Maggio 2003
I futuri medici veterinari avranno una marcia in più
Anche a Palermo verrà istituito il corso di laurea in Medicina veterinaria
e sarà attivato nell'anno accademico 2004-2005. Si tratta di un corso
interfacoltà che coinvolge Medicina, Scienze e Agraria. Sarà aperto a 40
studenti che seguiranno un percorso formativo quinquennale diverso da
quello tradizionale
“La Sicilia ha il numero di riserve naturali più alto in tutta
Italia, ma c’è un altro primato che contraddistingue la nostra
regione: il numero dei veterinari è però più basso di quelli presenti
nelle sole provincie di Milano e Torino - afferma il professore Giacomo De
Leo, direttore del dipartimento di Biopatologie e metodologie biomediche e
preside vicario della facoltà di Medicina e chirurgia”. Per questo
motivo la Facoltà ha proposto l’attivazione di un corso di laurea
quinquennale a ciclo unico in Medicina veterinaria.
“Il capoluogo siciliano - aggiunge - è la sede di due importanti
strutture veterinarie italiane con riconoscimento internazionale:
l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Sicilia e
l’Istituto zootecnico regionale. Questo, unito alla naturale
vocazione zootecnica e alla presenza di altre strutture, come quelle per
l’acquacultura, fa della Sicilia una terra in cui la figura del
veterinario è addirittura essenziale”.
La facoltà ha raccolto la richiesta dell’Ordine dei medici
veterinari della provincia di Palermo, ha fatto propria una richiesta del
’96 dell’Ateneo palermitano che, in accordo con alcuni
esponenti del mondo politico, aveva ipotizzato un protocollo
d’intesa per l’istituzione del corso di laurea. La Facoltà ha
in seguito deciso di coinvolgere nel progetto anche Scienze matematiche,
fisiche e naturali e Agraria. “Si tratta, infatti, di un corso di
laurea - spiega - incardinato a Medicina, ma che in realtà è trasversale e
coinvolge in maniera organica le tre facoltà”. Il numero programmato
prevede l’iscrizione di 40 studenti che seguiranno un percorso
formativo diverso da quello tradizionale. “Il medico veterinario -
aggiunge - non deve essere considerato come colui che cura solo gli
animali, ma si tratta di una figura sanitaria che si occupa delle
patologie veterinarie e di tutte le problematiche connesse, come gli
alimenti di origine animale e le patologie affini”.
L’obiettivo è quello di permettere al laureato in Medicina
veterinaria di poter interagire con l’uomo. Durante il corso di
studi, inoltre, è prevista la possibilità di far seguire agli studenti dei
percorsi formativi differenti. Gli atenei, infatti, hanno
l’autonomia per offrire diversi curricula in grado di soddisfare le
richieste dello studente.
Per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi, il conseguimento della laurea
permette l’inserimento nelle strutture e nelle aziende sanitarie
nazionali e locali, nelle strutture aeroportuali e portuali, nei parchi e
nelle strutture in cui si effettua l’acquacultura. A seguito del
trend zootecnico per motivi turistici, il medico veterinario può trovare
lavoro anche in tutti quei luoghi (come ad esempio le riserve naturali e
le zone protette) divenuti mete ad alta densità turistica, in cui la
tutela della fauna è di vitale importanza.
Ogni anno, a Messina (che fino a poco tempo fa era l’unico ateneo
siciliano ad avere un corso di laurea in medicina veterinaria), i test di
ingresso escludevano in media circa 250 studenti che, nella maggior parte
dei casi, lasciavano la Sicilia per iscriversi in uno dei 13 corsi di
laurea in Medicina veterinaria d’Italia. Una fuga di cervelli che
potrebbe essere fermata con l’attivazione del corso anche a Palermo.
“Per correttezza - conclude - abbiamo previsto l’attivazione,
per l'anno accademico 2004-2005, del primo anno, e non di quelli
successivi, per evitare che gli studenti, già iscritti in altri atenei,
lascino i corsi che stanno seguendo per ritornare in Sicilia”.
Purtroppo non ho ancora avuto l’onore conoscere il dott. Giacomo De
Leo, spero di farlo presto non appena verrà istituito un comitato contro
la decisione, molto contraddittoria rispetto al senso dell’apertura
a Palermo della nuova facoltà, di attivare soltanto il primo anno di
corso. Se si parla di fuga di cervelli, perché i cervelli che già sono in
fuga devono continuare a fuggire? Se in Sicilia non esistono
tutt’ora facoltà di Med Veterinaria (Messina è per metà Siciliana e
metà Calabrese) perché non incentivarle con studenti che hanno già
affrontato una gavetta in altri atenei? Se il problema è quello di fare
uno sgarbo alle altre facoltà non credo proprio che ci possano essere
problemi tali da stravolgere corsi di laurea preesistenti, visto
soprattutto che in tutta Italia Medicina Veterinaria è a numero chiuso da
tantissimo tempo. Considerando poi che Palermo richiamerebbe solo le
provincie di Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta non capisco
proprio la preoccupazione del Dott. Di Leo. Siamo realisti, uno studente
che da Trapani vuole realizzare il proprio sogno di diventare Medico
Veterinario oggi come oggi deve necessariamente mettersi il cuore in pace
e abitare almeno a 400 km da casa, viaggiare per almeno sei ore ad andare
e altrettante a venire, pagare somme eccessive per vivere e mangiare. Se
ci mettiamo pure la facoltà proibita, quella da cui ci si passa
d’avanti nel lungo viaggio in autobus che ti porta
dall’estremo occidente all’estremo oriente dell’isola e
che a malincuore uno non può godersi perché, povero lui, non è di classe
’85, allora si che studiare diventa un grande piacere per il futuro
della propria vita!!!
A voi il giudizio.
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